domenica 30 agosto 2009

blackhole

e mi manca così tanto che vorrei anche solo sognarlo per riportarlo nella mia mente.. per provare a colmare quell'immenso vuoto che c'è.
non può essere...non può essere vero.

somewhere over the rainbow...

sembra di stare in una bolla. dentro è quasi reale..a volte ci credo. guardo fuori ..ma non esiste un fuori e un dentro...sono qui e non ci sono confini.
ma...invece...è una gabbia..che si sposta e cambia forma, diventa grande e poi piccola..si posa su me e non mi lascia. mai.
come una pesante coperta diventa scura e polverosa..toglie l'aria senza lasciare il tempo e la forza di fare qualcosa...
stringe e si attorciglia e non se va..non se ne andrà mai.
non c'è un posto dove sognare di stare. non c'è una condizione per sperare di stare meglio...c'è solo lo stare qui...adesso...e per sempre....
o qui o...

non c'è più aria...

martedì 25 agosto 2009

window

c'è un pensiero che cerca una dimora. vaga e non trova luogo dove posarsi.
ci sono specchi che illudono che ci sia qualcuno al di là..ma sono solo ombre di persone e cose che non esistono più.
non esistono più.
non esistono più.
non ci sono toni di grigio in questo gioco, c'è un prima e un dopo, c'è un si è un no, c'è un bianco e un nero, c'è la vita e ...
e allora perchè ci si illude che c'è qualcosa che ancora sopravvive ... non c'è più nulla..solo stupide ricordi che servono solo a farci soffrire.



....dove sei....

link

ogni tanto cerco un modo pensare, ricordare senza dolore..ritrovare ...arginando quel solito senso di oppressione, che stranzia dentro senza pietà.
cerco e mi accorgo di non essere la sola che continua in questa assurdo modo...
sorriso e piango leggendo le parole di chi, come me, ancora pensa che non possa essere vero. che lui sia ancora qui..o lì..da qualche parte...ma chissà...
chissà se c'è stato un attimo in cui ha potuto capire che ci stava lasciando...e così ogni giorno girano nella mente le solite domande, le solite paure temono di trasformarsi in certezze.

lunedì 24 agosto 2009

tutto d'un fiato


La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.
Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.